L’intensità del caldo, davvero straordinaria quest’anno, si ripercuote non solo sulla salute e sull’umore delle persone ma anche su alcune tipologie di rifiuti.
Non parlo di quelli industriali – ricordo, per fare un esempio pratico, che le vernici solventi possono incendiarsi anche a besse temperature e quindi l’attenzione è sempre massima, sia con la calura che con il freddo – ma di quelli domestici, quindi ci addentriamo in un campo più civile (anche se va detto che gli imprenditori e i lavoratori, una volta che finiscono i loro orari, tornano a casa e quindi quello che sto per scrivere li riguarda).
Campo civile che, soprattutto in estate, diventa un po’ più “complicato”. Nulla di trascendentale, ovviamente: bastano piccoli ma importanti accorgimenti per gestire al meglio i rifiuti che “produciamo” in casa. I “problemi” più grandi – si fa per dire – riguardano, come ci suggeriscono l’olfatto e gli occhi – gli organici (avanza di frutta e di verdura, cibo in generale e quant’altro) che con l’innalzarsi del termometro iniziano a “fermentare”. Il mio consiglio quindi è di essere più attenti e impegnarsi a separarli con più precisione: una pratica che “aiuta” sia i cittadini che li producono che chi poi li deve gestire e lavorare. Il caldo difatti accelera la decomposizione e parimenti aumenta il rischio di cattivi odori, dovuti al liquame che si forma.
Dall’incontro tra il cibo non finito e carte, cartine, cartone e plastiche “nasce” un materiale quasi fangoso che, oltre a emanare un cattivo odore, attira anche insetti e altri animali. Cosa fare quindi? La soluzione è facile e richiede solo un po’ di pazienza e qualche “passo” in più. Mi spiego: non aspettate che il bidone dell’organico sia pieno per andarlo a svuotare – cosa che si può fare in inverno quando è più freddo e si è anche un po’ più “pigri” – ma cercate di “liberarvene” quotidianamente. In alcune zone della Repubblica di San Marino la raccolta avviene con cadenza giornaliera, in altre invece no.
Nel caso che non si è “coperti” day by day, individuate un’isola ecologica nei paraggi e portate i vostri “sacchetti” (al plurale: uno per la frutta, uno per la carta utilizzata in cucina, eccetera) negli appositi “conferitori”. Non occorre recarsi a mezzogiorno spaccato, va benissimo anche all’imbrunire, quando cioè l’afa cala.
Qualche pillola sintetica quindi, per ottimizzare la gestione dei rifiuti. Utilizzare sempre il sacco giusto. Differenziare i rifiuti organici. Quando si può, poi, cercare di utilizzare un contenitore aerato. L’umido va sgocciolato e non pressato. E infine, ridurre gli sprechi: spesso quello che buttiamo può venir buono per altri piatti.