COMPARAZIONE ARTICOLI

Hai 0 articoli in comparazione

ARTICOLI IN WISHLIST

Hai 0 articoli in lista

ARTICOLI AGGIUNTI DI RECENTE

Tot. Articoli 0

Servizio Clienti
 0549.941393
Ricerca prodotti nel Mercatino dell'usato IAM
pic_nic_prato

Imballaggi per gli alimenti: come ci si deve comportare : Rubrica di Maggio di Mirkare Manzi

 
Con grande frequenza le abitudini che vengono coltivate in casa o negli ambienti di lavoro poi vengono replicate anche durante le “mangiate” che il pittore francese Claude Monet definirebbe “en plein air”. Parto quindi dall’inizio, ovvero dalle abitazioni private o dalle pause-spuntino in azienda, dai luoghi di “partenza” dei modi di fare e agire legati all’alimentare. Uno degli snack più “gettonati” sono di certo i vasetti di yogurt, magari magro: una volta finito, molte persone lavano l’involucro sotto l’acqua. I più “precisini” ci danno anche una “passata” di sapone. Questa è un’attenzione poco virtuosa e ancora meno conveniente per l’ambiente: spesso quel vasetto di plastica, di piccole dimensioni, finisce – quando finisce – direttamente nella pressa degli impianti assieme ad altri rifiuti e finisce per produrre energia, quindi non viene differenziato o riciclato. E quindi risciacquarlo o lavarlo accuratamente è solo un dispendio di acqua e di sapone (che spesso inquina).  
In linea di massima va sempre bene differenziare, ma occorre anche trovare sempre un punto di equilibrio tra recupero, riciclo e spreco.
A livello industriale è più facile determinare se recuperare, riciclare o smaltire: gli imballaggi hanno dimensioni più voluminose e le attività di controllo e verifica – attività che IAM svolge per le aziende del territorio su chiamata – possono essere programmate senza problemi. Mi riferisco, in particolar modo, alle diverse tipologie di “pericolosi” e alle operazioni che richiedono una volta che hanno raggiunto la fine del loro “ciclo vitale”: lavaggio, separazione, eccetera.
Un’altra “pratica” che vedo fare con una certa frequenza è quella di “schiacciare” i rifiuti: bottiglie di plastica soprattutto, ma non solo. La riduzione volumetrica è sempre un gesto importante perché ridurre i volumi significa “alleggerire” in prima battura i trasporti e quindi, di conseguenza, “alleggerire” anche i costi di smaltimento.
Per i “cartoni” della pizza invece come ci si deve comportare? Il tema è molto “ambiguo”: non esiste una normativa ferrea ma ci si deve affidare alla propria sensibilità.
Per me, visto che il cartone è recuperabile, va “recuperato”. Se viene gettato nell’indifferenziata finisce in discarica o nell’inceneritore mentre se viene “ripulito” – e per “ripulito” intendo privato delle croste della pizza, dei pezzi di pomodoro e mozzarella (e degli altri condimenti) – può essere recuperato.
Qualche macchia “rossa” non inficia il recupero: pensate solo che per “recuperare” la cellulosa delle riviste cartacee – riviste che devono essere rigorosamente “sbiancate” – il processo è più impegnativo e faticoso.
Finisco con il tetrapak, un poliaccoppiato. Ci sono aziende che lo lavorano e altre no, nel dubbio comunque è sempre meglio metterlo nella carta.    
                
Mirkare Manzi
 
Tag Associati
Categorie Associate
Lorem ipsum dolor sit amet, consectetur adipisicing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labore et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quis nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo consequat.
Cerca nel Blog
Calendario
aprile 2024
LMMGVSD
1234567
891011121314
15161718192021
22232425262728
2930     
Filtra per mese
Tag più popolari
Cerca nel Blog
Filtra per mese
Copyright Igiene Ambientale Management S.R.L. 2021 - All Rights Reserved - Privacy Policy - Cookie Policy | Credits
Powered by Passepartout