Vasi, bicchieri, mug, tazze, libri, mobilio, macchine fotografiche a pellicola, bambole, giochi di società, vestiti: la casistica è ampissima. Si pensi ad esempio anche alle vecchie damigiane del vino, alle attrezzature da mare, eccetera. Chi non ha qualcosa che ha acquistato ma che poi, per mille motivi, ha lasciato in un angolo a prendere la polvere? Invece di destinare questi oggetti alle discariche (il che vuol dire anche impatto ambientale, costi di gestione, inquinamento), si possono ancora “far circolare”. Sempre più frequentemente capita di imbattersi – o di andare di proposito – ai mercatini dell’usato: bancarelle con teli stesi a terra o tavolini di legno o di plastica che “contengono” di tutto. IAM, oltre ad aver attivato l’e-commerce sul “riuso”, a cerniera tra la primavera e l’autunno ha deciso, in collaborazione con la Giunta di Castello di Serravalle, di promuovere “Mercante per un giorno”: il 21 maggio, l’11 giugno, il 17 settembre e il 15 ottobre chiunque può prenotare gratuitamente la propria piazzola per “esporre” tutto quello che non utilizza più. Privati, certo, ma anche imprese: sapete quanto sono ricercati i vecchi macchinari, le ampolle, i vasetti farmaceutici o comunque tutto quello che può raccontare l’evoluzione industriale? Quasi ogni giorno, durante le nostre attività di lavoro e di servizio, ci capita di trovarci di fronte a una serie di prodotti nuovi o seminuovi che non servono più ai proprietari per diverse ragioni e che, per comodità o per velocità dei tempi, finiscono nella filiera dello smaltimento. Tantissimi poi sono gli oggetti che con il passare degli anni sono diventati magari vecchi e obsoleti nonostante, in realtà, siano ancora funzionanti e che quindi potrebbero servire comunque a qualcuno. Al di là del valore che certi oggetti potrebbero magari avere al di là del loro utilizzo, crediamo che tutto ciò rappresenti uno spreco vero e proprio, contrario ai valori che IAM promuove da sempre nell’ambito di quella cultura ambientale che oggi è un aspetto fondamentale per lo sviluppo di tutta la nostra società. Le direttive dell’Unione Europea vanno proprio in questa direzione: prevenzione, preparazione al riuso, riciclo, recupero e smaltimento. Bisogna evitare la produzione di nuovi rifiuti, preparare i prodotti gettati (ma ancora in buono stato) a essere riutilizzati. Certo, la Repubblica di San Marino è ancora un Paese extra-UE (anche se l’iter per raggiungere un accordo di associazione è già stato avviato quasi dieci anni fa) ma certe sensibilità, certe buone pratiche, non dipendono da una firma. Quindi perché non portarsi avanti?